sabato 23 luglio 2011

Bomba a Oslo e sparatoria a Utoya morti e feriti, un paese sotto shock

Lo scoppio all'interno del palazzo che ospita 'VG', il più grande tabloid norvegese vicino agli uffici del governo. Sette le vittime confermate fino ad ora. Poche ore dopo, la sparatoria a un meeting politico sull'isolotto a 30 km, dove era atteso il premier: 9-10 morti, ma un testimone riferisce: "Venti cadaveri sulla spiaggia". Arrestato l'attentatore: è un norvegese. Sul web la rivendicazione di un gruppo jihadista, che poi smentisce.





OSLO - Esercito schierato nel centro, edifici distrutti, città nel panico. Poi, a qualche decina di chilometri, un'improvvisa sparatoria. E altri morti ancora. La Norvegia è sprofondata nel caos e nel terrore alle 15,26 del pomeriggio, quando una bomba ha distrutto la sede del tabloid norvegese 'VG', nel cuore della capitale Oslo (mappa 1), investendo anche l'ufficio del primo ministro norvegese, Jens Stoltenberg e facendo saltare la maggior parte delle finestre dell'edificio. La polizia non è stata ancora in grado di confermare se si sia trattato di un'autobomba, ma ha affermato che i responsabili sarebbero di origini straniere. Sette le vittime confermate fino ad ora, due i feriti gravi. Altre se ne contano nell'isolotto di Utoya, a 30 km dalla capitale dove un uomo travestito da poliziotto ha cominciato a sparare sulla folla. E il paese è sotto shock.

Sparatoria a meeting di laburisti. Poche ore dopo le esplosioni nel centro della capitale, sull'isola di Utoya, a 30 km di distanza, un uomo ha fatto fuoco con un'arma pesante durante un meeting di giovani laburisti, partito del premier Stoltenberg, dove era stata annunciata la sua presenza. Alla manifestazione partecipavano soprattutto ragazzi di 15-16 anni. La sparatoria ha provocato almeno quattro vittime, ma secondo un testimone citato dalla televisione Nrk però ci sarebbero "venti-venticinque morti" sulla spiaggia dell'isola. In molti avrebbero infatti tentato di scappare a nuoto. L'attentatore è stato arrestato. SI tratta un uomo di un norvegese, alto un metro e novanta che aveva con sè un grande quantitivo di armi. Un uomo - ha fatto sapere la polizia - sicuramente legato alla bomba esplosa qualche ora prima a Oslo. Proprio da quelle parti era stato visto aggirarsi, ha detto il capo ad interim della polizia di Oslo Seinung Sponheim. Sull'isola sono stati trovati molti ordigni inesplosi.

Il premier: "Situazione drammatica". "La violenza non ci deve terrorizzare", ha detto il premier norvegese, Jens Stoltenberg, in una intervista video alla televisione di stato Nrk da una località non precisata "per motivi di sicurezza". Il primo ministro ha aggiunto che "i terroristi ci vogliono spaventare" ed ha invitato la popolazione a seguire le indicazioni della polizia. Stoltenberg ha parlato di "situazione drammatica", affermando che le forze di sicurezza edrano però preparate per affrontarle. Poi, in serata il premier ha parlato in tv: "Nessuno può sperare di metterci a tacere" o "distruggere la nostra democrazia", ha detto assieme al ministro della Giustizia, Knut Storberget. "Prenderemo i colpevoli e li metteremo di fronte alle loro responsabilita", ha assicurato.

La polizia: "Lasciate il centro di Oslo". Gran parte del centro della città è stato evacuato e la polizia ha invitato il pubblico a non restare in zona e a limitare l'uso dei telefoni cellulari per non ostacolare i soccorsi. Le autorità hanno raccomandato "cautela" durante una conferenza stampa trasmessa in diretta televisiva. "Lasciate il centro di Oslo" ha detto il capo della polizia, Anstein Gjengedal, aggiungendo che "non è il momento di essere in giro per strada" e raccomandando ai turisti di "restare in albergo". Evacuata anche la stazione centrale, in seguito al rinvenimento di un pacco sospetto, e le sedi dei principali media.

Il premier non era nell'edificio. Il primo ministro norvegese in quel momento non si trovava all'interno del suo ufficio e la tv ha confermato che Stoltenberg sta bene. Anche la polizia ha parlato di "morti e feriti" in seguito alla deflagrazione. Il palazzo davanti al quale è avvenuta l'esplosione è sede anche di altri ministri, incluso quello del Petrolio, dove è scoppiato un incendio, obiettivo dell'attentato secondo il quotidiano "Aftonbladet". La polizia ha circondato la zona e sta evacuando i dipendenti delle sedi del governo."L'intero edificio ha tremato, pensavamo fosse un terremoto", ha riferito un giornalista dell'emittente pubblica Nrk che si trovava nell'area al momento dello scoppio.

La rivendicazione e poi la smentita. Poco dopo il primo attentato è giunta una rivendicazione da parte del gruppo terroristico Ansar al-Jihad al-Alami che ha diffuso un messaggio sul forum jihadista 'Shmukh' in cui motiva gli attentati ad Oslo come ritorsione alla presenza della Norvegia in Afghanistan e agli "insulti" al profeta Maometto. "Dall'attentato a Stoccolma, avevamo avvertito che vi sarebbero state altre operazioni", si legge nel messaggio. Successivamente il gruppo ha smentito tutto: "Non siamo stati noi". In serata, poi, è arrivata anche l'indiscrezione secondo cui la polizia è convinta che non si tratti di terrorismo internazionale. Per gli investigatori gli attacchi sono invece collegati a "movimenti sovversivi locali".

Si valuta chiusura spazio aereo. l portavoce di Avinor, il centro di controllo aereo della Norvegia, ha riferito che è in corso una riunione per valutare la necessità di chiudere lo spazio aereo norvegese. Secondo il portavoce Sindre Anonsen, al momento il traffico aereo è "normale", ma potrebbe essere decisa la chiusura. All'aeroporto internazionale di Oslo, Gardermoen, i poliziotti in servizio - normalmente disarmati - sono stati dotati di armi e controllano tutte le vetture in entrata ed in uscita dall'aeroporto che sorge ad una cinquantina di chilometri dalla capitale.

Sospesi accordi Schengen. Massima l'allerta nel Paese, che ha deciso di "rafforzare i controlli alle frontiere", precisando che è stata applicata la norma che permette la sospensione della libera circolazione prevista dagli accordi Schengen ai quali la Norvegia aderisce anche se non fa parte dell'Unione europea.

Le verifiche della Farnesina. Al momento non risultano italiani coinvolti negli attentati di oggi pomeriggio. E' quanto si riferisce alla Farnesina interpellata sulla vicenda. Al ministero degli Esteri si precisa però che i funzionari dell'ambasciata italiana in Norvegia stanno continuando accurate ricerche in tutti gli ospedali della capitale per verificare che non ci siano italiani coinvolti. L'ambasciata, inoltre, rimane in stretto continuo contatto con le autorità norvegesi.

Per:http://www.repubblica.it/esteri/2011/07/22/news/esplosione_davanti_sede_primo_ministro-19469726/
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venerdì 14 gennaio 2011

Giovanni Paolo II sarà beatificato il primo maggio

Papa WojtylaGiovanni Paolo II sarà beatificato il primo maggio 2011-Il rito sarà celebrato nella domenica della divina misericordia e sarà presieduto da Benedetto XVI che oggi ha firmato il decreto che riconosce un miracolo del papa.  

In occasione della cerimonia la bara di Giovanni Paolo II sarà traslata dalle Grotte Vaticane alla superiore Basilica di San Pietro senza esumazione, cioé chiusa". Lo ha precisato il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi. I lavori iniziati ieri riguardano la pulizia dei mosaici di tutti gli altari e dunque non erano previsti, ma si è ritenuto opportuno iniziare da quello che ospiterà il corpo del Papa polacco. 

La beatificazione di Karol Wojtyla avverrà dunque dopo sei anni dalla morte, il 2 aprile del 2005. 

Benedetto XVI infatti ha derogato alle norme canoniche che prevedono si aspettino cinque anni dalla morte per aprire il processo canonico per la beatificazione. Il 13 maggio 2005, a poche settimane dalla sua elezione, invece, papa Ratzinger, nella cattedrale di San Giovanni, davanti al clero romano, annunciò in latino la propria decisione di consentire l'apertura immediata della causa canonica per Giovanni Paolo II. Era stato proprio il papa polacco a derogare per la prima volta a questa norma, consentendo l'immediato avvio del processo canonico per madre Teresa di Calcutta, morta nel 1997 e beatificata nel 2003. La conclusione nel 2011 del processo di beatificazione per Wojtyla indica che si e' lavorato molto, esaminando una mole immensa di documenti e ascoltando tantissimi testimoni, per analizzare un pontificato di quasi 27 anni e l'intera vita di un personaggio che ha segnato la storia ecclesiale e non solo del Novecento.
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martedì 11 gennaio 2011

Bot, rendimenti ai massimi da due anni

La sede del ministero dell'EconomiaSale al massimo da dicembre 2008 il tasso dei Bot annuali. Complessivamente, il ministero dell'Economia ha collocato titoli per 7 miliardi a un rendimento lordo del 2,067%, in rialzo di 0,053 punti rispetto all'asta precedente. Molto forte la domanda che ha toccato quota 11,376 miliardi.
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lunedì 10 gennaio 2011

Fiat cresce in Chrysler, Fiom in pressing sul Pd: dica da che parte sta

Fiom verso lo sciopero del 28 gennaio
Fiat annuncerà oggi l'intenzione di aumentare la propria quota di controllo al al 25% di Chrysler, anticipa Bloomberg citando una fonte vicina al dossier. Poco dopo l'ufficializzazioen di Sergio Marchionne. Bersani incontra Landini (Fiom), che alza il pressing sul segretario Pd: "Ci auguriamo che prenda una posizione". fioroni: "Il Pd non può essere il partito della Fiom".

La Fiat al 25% della ChryslerLa notizia è stata data dall'Amministratore delegato in un incontro con i giornalisti italiani a Detroit. Marchionne ha spiegato che è stata adempiuta la prima
condizione per l'aumento della quota, quella relativa alla certificazione del primo motore con tecnologia Fiat per l'uso in America. "La possibilita' di salire entro quest'anno al 51% c'è", ha aggiunto Marchionne.
Le speranze della CamussoQuello di Mirafiori è "un accordo sbagliato. E' bene che i lavoratori si esprimano con un no al referendum", ripete il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, ai microfoni del Tg3. "Bisogna difendere il diritto dei lavoratori di essere liberi di poter scioperare e di votare i propri rappresentanti sindacali". Per queste "ragioni saremo con loro - ha aggiunto riferendosi alla Fiom - allo sciopero generale del 28 gennaio".
.. e quelle di LandiniLa vertenza sullo stabilimento Fiat di Mirafiori "è ancora aperta" e la partita "può essere vinta e risolta positivamente", dice intanto il segretario generale della Fiom Cgil Maurizio Landini ribadendo che la Fiom non firmerà comunque l'accordo
indipendentemente dal risultato del referendum del 13-14 gennaio.
"Ci auguriamo che Bersani ci ascolti, che decida cosa fare e prenda una posizione", aggiunge poi lo stesso Landini prima di incontrare il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, nella sede delle tute blu della Cgil a Corso Trieste. Dopo il segretario della Fiom, nel pomeriggio Bersani vedrà anche i rappresentanti di Fim e Uilm, Giuseppe Farina e Rocco Palombella
Fiom alza la posta in gioco
Lo sciopero generale indetto dalla Fiom per il prossimo 28 gennaio "è un messaggio chiaro: se altre aziende pensano di fare come la Fiat, devono sapere che si
aprirà un conflitto senza precedenti", ha aggiunto Landini. Per il sindacalista lo sciopero è "importante" e i lavoratori devono aderire alla manifestazione "se non vogliono rischiare di finire come i lavoratori del Lingotto".
Renzi: positivo che Fiat investa
"Ho visto con piacere che tutto il Pd pensa che gli investimenti che la Fiat vuole fare siano una grande occasione - dice il sindaco di Firenze, Matteo Renzi - Forse è la prima volta dopo tanti anni che la Fiat invece di chiedere i soldi degli italiani per la cassa integrazione, li mette per un progetto industriale. E' una gigantesca occasione per l'Italia in un momento in cui chiudono tante aziende".  "Se riusciamo a rilanciare e fare di Mirafiori un polo di sviluppo - ha aggiunto - credo che sia una cosa positiva. La discussione ora riguarda di pi· Fiom e Cgil che non Pd e sindacati".
Sora CamillaMa nel Pd non mancano posizioni più apertamente critiche con il segratario della Fiom Landini che, dice Beppe Fioroni, è "come la Sora Camilla tutti la vogliono ma nessuno la piglia". Conversando alla Camera con i giornalisti, il dirigente popolare dei democratici rinvia al mittente le richieste che arrivano dal leader dei metalmeccanici. "Io posso capire che Casini, o i leader di un'altra forza politica, ci chiedano di
decidere cosa fare. Ma che lo dicano la Cgil e la Fiom, è una cosa che davvero mi sfugge. Landini pensi a fare bene il sindacato, pensi a vincere il referendum tra i lavoratori e lasci stare le richieste ultimative".
Per Fioroni, in ogni caso, è chiaro che il Pd "non può essere il partito della Fiom".
Marchionne: le scritte riflettono mancanza di civiltàLe scritte contro l'amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne "sono di sicuro fuori posto e riflettono una mancanza di civiltà che credo non sia opportuna per l'Italia". Così il manager del Lingotto ha commentato le nuove scritte contro di lui, dopo la stella a cinque punte di ieri. "Siamo fiduciosi - ha aggiunto - che l'aspetto razionale prevalga. Lasciamo fuori l'ideologia politica e facciamo qualcosa di buono per l'azienda e per i lavoratori come vogliamo fare a Mirafiori".
John Elkann: ci teniamo stretto tuttoNessuna intenzione di vendere pezzi del Gruppo Fiat, "ci teniamo stretto tutto". Lo ha detto il presidente del Lingotto, John Elkann, che ha incontrato con Sergio Marchionne i giornalisti italiani al salone dell'auto di Detroit. "Anche se ci offrono un sacco di soldi", ha aggiunto Elkann.
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domenica 9 gennaio 2011

Iran, precipita aereo con 156 persone a bordo

Incidente aereo (archivio)
Nuova tragedia aerea in Iran. Una aereo con 156 passeggeri a bordo si è schiantato al suolo nelle vicinanze della citta' di Urumiyeh i nel nord-ovest del Paese. Lo riferisce la tv di Stato.
L'agenzia di stampa Associated Press parla invece di 105 persone a bordo.
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sabato 8 gennaio 2011

Napolitano: il Nord sia cosciente di come è diventato Italia


Giorgio Napolitano
Anche il Nord deve avere "coscienza" della propria storia e delle proprie radici, di come "è diventato Italia". Lo dice il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano al termine di uno spettacolo-ricostruzione storica al Teatro Fabbri di Forlì, dove il Capo dello Stato si trova per inaugurare le celebrazioni sui 150 anni dell'unità d'Italia. "Spero che in altre parti del Paese, a Milano, a Venezia, a Verona - ha spiegato il presidente -, si ripetano iniziative come questa affinchè abbiano la coscienza di come divennero italiane".
"Con questa iniziativa - ha aggiunto - la Romagna mostra di avere coscienza delle proprie radici, del proprio contributo al moto risorgimentale". L'iniziativa, intitolata 'Come fu che la Romagna divenne italiana', è stata illustrata attraverso una ricostruzione per immagini e cenni storici dal sindaco di Forlì, Roberto Balzani. Napolitano, dopo aver deposto questa mattina una corona di fiori ai piedi della statua di Aurelio Saffi, ha lasciato Forlì per recarsi a Ravenna dove nel pomeriggio proseguiranno le iniziative per la celebrazione dei 150 anni dell'Unità d'Italia.
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venerdì 7 gennaio 2011

Chi è al governo rispetti il Tricolore

Giorgio Napolitano durante la cerimonia
Napolitano avverte la Lega Nord: meglio travere tempo e attenzioni per i 150 anni dell'Unità d'Italia, perché non giova alle istanze del federalismo tirarsi indietro.  A Reggio Emilia per l'inaugurazione delle celebrazioni del 150° dell'Unità d'Italia, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano si è rivolto "alle forze politiche che hanno un significativo ruolo di rappresentanza democratica sul piano nazionale, e lo hanno in misura rilevante in una parte del Paese".
A loro il capo dello Stato chiarisce che "il ritirarsi o il trattenere le istituzioni dall'impegno per il centocinquantenario, che è impegno a rafforzare le condizioni soggettive di una efficace guida del Paese, non giova a nessuno. Non giova a rendere più persuative, potendo invece solo indebolirle, legittime istanze di riforma
federalistica e di generale rinnovamento dello stato democratico".

"Non ripeterò le preoccupazioni per le difficolta' e le durezze delle prove che attendono e incalzano l'Italia", ma "la premessa per affrontarle positivamente, mettendo a frutto tutte le risorse su cui possiamo contare, sta in una rinnovata coscienza del doversi cimentare come nazione unita, come Stato Nazionale aperto a
tutte le sfide, mma non incline a riserve e ambiguità sulla sua propria ragione d'essere e tanto meno a impuslidisgregativi che possono minare l'essenzialita' delle sue funzioni dei suuoi presidi e della sua coesione".
Con l'esecuzione dell'inno nazionale e l'alza bandiera in Piazza Prampolini a Reggio
Emilia, si sono aperte questa mattina le celebrazioni per il 150esimo dell'unità
d'Italia con il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Subito dopo la cerimonia dell'alza bandiera il capo dello Stato è entrato nella sala del Tricolore per alla cerimonia di consegna di una copia del primo tricolore ai sindaci di Torino, Firenze e Roma.

La diretta sulla web tv di Reggio Emilia 
Il Capo dello Stato ha poi inaugurato la mostra "La bandiera proibita. Il tricolore prima dell'Unità" allestita a Palazzo Casotti, e visitato il museo a cielo aperto "Le strade della bandiera. Reggio Emilia città del Tricolore".
Per la celebrazione ufficiale, al Teatro municipale "Valli", sono previsti i saluti del sindaco, dei presidenti della Provincia e della Regione, la prolusione del prof. Alberto
Melloni e l'intervento del Capo dello Stato; a seguire, un concerto dell'Orchestra Sinfonica nazionale della RAI diretto da Michele Mariotti. Nel pomeriggio è in programma la visita al Museo Cervi di Gattatico, sede dell'Istituto Cervi e
dell'Archivio Emilio Sereni.
In serata l'arrivo a Forlì, dove il Presidente incontra in Comune gli amministratori locali. L'8 gennaio, dopo una deposizione di una corona presso il monumento a Aurelio Saffi, il Capo dello Stato interviene al Teatro "Diego Fabbri" ad un
incontro con le istituzioni e la cittadinanza caratterizzato dalla presentazione, da parte del sindaco Roberto Balzani, del racconto per voci, suoni e immagini "Come fu che la Romagna divenne italiana. Un territorio e il suo debito con il
Risorgimento". Nel pomeriggio, a Ravenna, è prevista la partecipazione, nella sala Preconsiliare del Comune, alla commemorazione delle figure di Benigno Zaccagnini e Arrigo Boldrini da parte di Sergio Zavoli.

Quindi il Presidente partecipa al Teatro "Alighieri" al convegno "Ravenna e l'Unità
d'Italia: 150 anni di una passione popolare" con gli interventi del sindaco, dei presidenti della Provincia e della Regione e la prolusione del prof. Sauro Matterelli. La visita del Capo dello Stato si conclude alla sede della Cooperativa Muratori e
Cementisti per il 110esimo anniversario di fondazione della Cooperativa.
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giovedì 6 gennaio 2011

"Dio non toglie nulla a noi stessi"


Benedetto XVIBenedetto XVI torna a porre l'accento sui limiti del sapere umano, nell'omelia pronunciata nella Basilica di s. Pietro in occasione della Messa dell'Epifania. "L'universo - ammonisce il pontefice - non è il risultato del caso, come
alcuni vogliono farci credere. Contemplandolo, siamo invitati a leggervi qualcosa di profondo: la sapienza del Creatore, l'inesauribile fantasia di Dio, il suo infinito amore per noi".
Secondo il Papa "non dovremmo lasciarci limitare la mente da teorie che arrivano sempre solo fino a un certo punto e che - se guardiamo bene - non sono affatto in concorrenza con la fede, ma non riescono a spiegare il senso ultimo della realtà. Nella bellezza del mondo, nel suo mistero, nella sua grandezza e nella sua razionalità non possiamo non leggere la razionalità eterna, e non possiamo fare a meno di farci guidare da essa fino all`unico Dio, creatore del cielo e della terra".
"Forse c'e' qualcosa di Erode anche in noi? Forse anche noi, a volte, vediamo Dio
come una sorta di rivale?". Sono domande che Benedetto XVI ha posto oggi ai fedeli. "Forse anche noi siamo ciechi davanti ai suoi segni - ha detto nell'omelia -, sordi alle sue parole, perche' pensiamo che ponga limiti alla nostra vita e non
ci permetta di disporre dell'esistenza a nostro piacimento?".

Parlando del viaggio dei Magi verso Betlemme al seguito della stella, il Pontefice ha ricordato che sulla loro via incontrarono il re Erode, interessato anch'egli al bambino Gesu' ma "per sopprimerlo", "un uomo di potere - lo ha definito il Papa - che nell'altro riesce a vedere solo un rivale da combattere". "Anche Dio gli sembra un rivale - ha spiegato Ratzinger - Anzi, un rivale particolarmente pericoloso, che
vorrebbe privare gli uomini del loro spazio vitale, della loro autonomia, del loro potere; un rivale che indica la strada da percorrere nella vita e impedisce, cosi', di fare tutto ciò che si vuole".

Secondo il Papa, "quando vediamo Dio in questo modo finiamo per sentirci insoddisfatti e scontenti, perche' non ci lasciamo guidare da Colui che sta a fondamento di tutte le cose". "Dobbiamo togliere dalla nostra mente e dal nostro cuore l'idea della rivalità, l'idea che dare spazio a Dio sia un limite per noi stessi - ha aggiunto -; dobbiamo aprirci alla certezza che Dio è l'amore onnipotente che non toglie nulla, non minaccia, anzi, è l'Unico capace di offrirci la possibilita' di vivere in
pienezza, di provare la vera gioia".
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Torna la mucca pazza


Ospedale di LivornoLa paziente deceduta a Livorno, cui lo scorso luglio fu confermata la diagnosi di Creutzfeldt-Jakob, e' morta per una crisi respiratoria. La Direzione Sanitaria ha preso contatto con l'Istituto Superiore di Sanita' e domani sara' eseguita l'autopsia nell'Azienda Ospedaliera di Pisa. La Asl 6 di Livorno ha ribadito in una nota che "la malattia puo' avere un lungo periodo d'incubazione (anche 10 anni) e che i casi di malattia non sono contagiosi". I familiari chiedono il massimo rispetto e tranquillita' in questo momento difficile.
Torna l'allarme Mucca pazza, dopo il decesso della donna a Livorno. Il morbo cosiddetto della 'Mucca pazza' e' la variante umana dell'encefalopatia spongiforme bovina (BSE, ovvero Bovine Spongiform Encephalopathy), una malattia neurologica cronica, degenerativa e irreversibile che colpisce i bovini causata da un prione, una proteina patogena conosciuta anche come "agente infettivo non convenzionale".
Che cosa è la mucca pazzaLa BSE fa parte di un gruppo di malattie denominate encefalopatie spongiformi trasmissibili (TSE) che colpiscono diverse specie animali, compreso l'uomo. Il primo caso di Bse e' stato identificato nel Regno Unito nel 1986.
La causa dell'insorgenza della malattia fu imputata all'uso delle farine animali come supplemento proteico nell'alimentazione dei bovini. Otto anni dopo la comunita' europea ha messo al bando definitivamente questa pratica. 

In Italia, il ministero della Sanita', e' intervenuto - con l'ordinanza di marzo 2001 con cui si vieta la vendita delle parti del bovino che interessano la colonna vertebrale e i gangli, il cervello e le "frattaglie". Dopo l'allarme Mucca Pazza del 2001 era stata messa al bando anche la bistecca con l'osso, ma dal 2005 la 'fiorentina' e' tornata sulle tavole degli italiani.
L'agente infettivo del morbo e' una proteina modificata detta prione che colpisce i centri nervosi dell'animale. Questa proteina subisce una modificazione permanente della sua conformazione che provoca un danno irreversibile nella proteina presente normalmente nelle cellule sane del cervello. 

Cio' produce un'aggregazione tra le proteine che risulta nella formazione di dense placche fibrose. Questo fenomeno produce a livello clinico un deterioramento delle condizioni fisiche e mentali dell'animale e che conduce inevitabilmente alla morte. I prioni sono resistenti alle alte temperature e alle normali procedure di disinfezione.
Si ritiene che il contagio avvenga quando l'animale introduca nel proprio organismo, mediante l'alimentazione, tessuti di animali infetti. Le farine animali, ricavate dagli animali morti e usate per l'alimentazione bovina fino allo scoppio della malattia, sono state ritenute la causa prima di questa pestilenza. Stanley Prusiner, premio Nobel per la medicina per la sua ricerca sui prioni, e' uno dei firmatari dello studio che rivela come esistano legami tra il morbo della mucca pazza e una nuova variante della malattia di Creutzfeldt-Jakob (vCJD o nvCJD) che colpisce l'uomo. Nel 1996 il Regno Unito ha ammesso che la carne infetta da BSE ha probabilmente causato la morte per CJD di 10 giovani. In Italia si contano finora 142 casi di Bse.
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Dai militari ricostruzione tardiva

Ignazio La Russa a Herat
E' arrabbiato Ignazio La Russa, e non lo nasconde. Sospetta il ministro della Difesa che nella ricostruzione dello scontro a fuoco che ha provocato la morte di Matteo Miotto le informazione da parte dei militari siano giunte tardive e incomplete e sospetta che questo sia avvenuto per la necessita' di raccontare una verita' senza
creare allarme, per una verita' indolore.

"E' stata fotografata la fase finale e cioe' che un cecchino ha ucciso Matteo Miotto che si trovava sulla garitta - spiega dopo la visita alla base it aliana avanzata in Gulistan
-. E' tutto vero, ma non era stata fornita neanche a me la parte di notizia, che non era difficile da fornire per la verita', e cioe' che questo evento, esattamente descritto e
comunicato, si inseriva nell'ambito di uno scambio di colpi durato diversi minuti. Poi magari ha sparato effettivamente un solo cecchino, ma certamente c'era la presenza con armi leggere, e quindi con git tata minore, di altre persone che sono state poi intercettate poco dopo dall'aereo americano intervenuto che li ha visti: erano 5, 6, 8 non e' chiaro, certo piu' di quattro".
Dagli Usa 1400 uomini in più
Il Pentagono ha inviato altri 1.400 marine nel sud dell' Afghanistan, in particolare a Kandahar, il fronte piu' caldo della Guerra. Un portavoce del Pentagono ha detto che il ministro delle difesa Robert Gates "ha approvato l'invio dei marine per rinforzare l'offensiva nel
sud dell'Afghanistan al fine di consolidare i progressi gia' ottenuti e aumentare la pressione sul nemico durante la campagna d'inverno".
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